BOMBA NUCLEARE

Una cittadina, di quelle invisibili di cui a malapena si conosce l’esistenza, che passa facilmente inosservata. Una strada desolata con pochi cartelli lungo il percorso.
Qui si nasconde Los Alamos (Nuovo Messico) nel deserto, in una piccola zona boscosa, popolata da poche case in legno. Il tipico volto di tante cittadine Americane in cui gli abitanti conducono una vita tranquilla, ignari di ciò che viene taciuto sotto quella maschera di finta tranquillità.
Proprio lì, dove lo sguardo non può arrivare, chilometri di filo spinato si nascondono nella fitta vegetazione, abbracciano la foresta delimitandone i confini: “Vietato l’accesso”Radiazione” “Esplosivo” sono queste le parole dei cartelli, è questo il biglietto da visita di Los Alamos, come se fosse il prologo di un racconto di fantascienza.
Un anziano signore osserva con nuova curiosità i militari che attraversano la strada ma distoglie subito l’attenzione, mettendo a tacere tutte le sue domande, distogliendo i pensieri scomodi.
Chiedere è inutile, c’è solo il silenzio dietro quell’inquietante mistero che ora circonda il luogo in cui vive. Soltanto il 7 Agosto 1945, all’indomani di Hiroshima i tranquilli abitanti di Santa Fe scoprirono la verità.
Sul giornale in prima pagina il titolo “la bomba atomica lanciata sul Giappone.” Proprio in quel piccolo angolo di pace Oppenheimer decise di costruire i laboratori in cui le più grandi menti dell’epoca avevano dato vita a un ordigno altamente distruttivo. Di Hiroshima non era rimasto altro che le polveri degli edifici spazzati via dall’esplosione. Persone innocenti avevano pagato con la loro vita il prezzo del progresso, di una guerra a cui erano stati costretti a prendere parte.
La scienza ancora una volta fu lo strumento di un orrore e Los Alamos fu invece la sua culla.